Scheda film
Regia: Anne Fontaine
Soggetto: dal romanzo di Doris Lessing
Sceneggiatura: Chrisopher Hampton e Anne Fontaine
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: Luc Barnier e Ceinwen Berry
Scenografie: Annie Beauchamp e Steven Jones-Evans
Costumi: Joanna Park
Musiche: Christopher Gordon
Suono: Brigitte Taillandier
Australia/Francia, 2013 – Drammatico – Durata: 100′
Cast: Naomi Watts, Robin Wright, Xavier Samuel, James Frecheville, Ben Mendelsohn, Sophie Lowe, Jessica Tovey
Uscita: 17 ottobre 2013
Distribuzione: BIM
Due bambine si rincorrono tra gli alberi spensierate, si fanno il bagno nell’oceano sulle coste australiane e d’un tratto si ritrovano grandi, a prendere il sole sulla stessa spiaggia dove giocavano da piccole; due amiche inseparabili legate da un rapporto speciale, che condividono tutto, persino i loro figli. È una storia singolare, ai limiti del possibile, quella che viene raccontata nell’ultimo film di Anne Fontaine Two mothers, tratta dal romanzo di Doris Lessing “The grandmothers” (le nonne), che a sua volta prende spunto da fatti realmente accaduti. Il contesto è paradisiaco e, come la stessa regista ha ammesso, è volutamente girato in Australia per avere un ambiente naturalistico e selvaggio dove far esprimere al meglio gli impulsi primordiali, senza connotazione di luogo e di tempo, in una sorta di “realtà parallela”. E, difatti, le cose accadono senza che abbiano una loro razionalità e completamente al di fuori dei valori e delle convenzioni sociali. Il rapporto simbiotico a due (tra le donne) diventa a quattro con i rispettivi figli (in un idilliaco quadretto familiare) e poi di nuovo a due con il rapporto di coppia, quando le donne si innamorano l’una del figlio dell’altra. Inizia tra i quattro un gioco perverso (e ambiguo perché entra in gioco anche l’omosessualità) in cui i ragazzi ancora non adulti invece di essere “curati” dalla propria madre, lo sono dall’altra donna, l’amante, che per loro è anche una seconda madre (come dirà uno dei ragazzi nel film): una situazione a cui sembra non riescano a mettere fine, perché si sentono felici e soddisfatte. Solo il tempo riuscirà a trasformare i rapporti: la riflessione sull’età e sull’invecchiamento percorre tutta la pellicola (intensa la scena di Naomi Watts che si guarda allo specchio in bagno sotto le luci al neon che pare abbia scoperto tutto ad un tratto che nella vita si invecchia). Non è un caso che il film sia stato girato in 35mm e in formato scope per rendere più evidente sui visi i segni del tempo.
È un film intimo e carnale dove il linguaggio dei corpi supera di gran lunga la forza dei dialoghi (a volte scontati): è un omaggio alla corporeità (i ragazzi vengono paragonati a dei), ben rappresentata da questi corpi sempre nudi o in costume (ricorrente l’immagine dei protagonisti sulla pedana di legno galleggiante in mezzo al mare). Se è debole infatti sulla sceneggiatura, recupera sull’impatto visivo: oltre alla bellezza dei paesaggi, viene trasmessa tanta sensualità e seduzione grazie all’espressività dei visi (numerosissimi i primi piani); ottime le interpretazioni delle due protagoniste, Naomi Watt e Robin Wright, e di Xavier Samuel (Twilight), un po’ meno convincente quella di James Frecheville (Animal Kingdom).
Voto: 6 e ½
Marta Fresolone