Scheda film
Regia: Paolo Virzì
Soggetto: Carlo Virzì e Paolo Virzì
Sceneggiatura: Francesco Bruni, Carlo Virzì e Paolo Virzì
Fotografia: Guido Michelotti
Montaggio: Jacopo Quadri
Scenografie: Sonia Peng
Costumi:
Catherine Buyse
Musiche: Battista Lena
Suono: Roberto Mozzarelli
Italia, 2024 – Commedia – Durata: 124′
Cast: Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel
Uscita in sala: 7 marzo 2024
Distribuzione: 01 Distribution
L’ultima Ventotene
Quasi trent’anni dopo, pur avendo resistito a numerose sollecitazioni, Paolo Virzì torna sull’isola di Ventotene insieme ai sopravvissuti di Ferie d’agosto per raccontare nuovamente le vicende delle famiglie Mazzalupi e Molino. Qualcuno, come Ennio Fantastichini e Piero Natoli, nel frattempo ha lasciato questa valle di lacrime, ma la magia del cinema, oltre a rendergli doveroso omaggio, mette in campo nuove leve per cercare di non farceli rimpiangere.
Su quell’isola, che, come viene questa volta ricordato, fu la culla per la rinata democrazia italiana, avendo ospitato padri costituenti come Altiero Spinelli e Sandro Pertini, che in una dimensione onirica compaiono nella pellicola, i Molino tornano per regalare un’ultima vacanza al patriarca Sandro, minato da un male incurabile, portato dal figlio Altiero (Andrea Carpenzano), che proprio alla fine del film precedente veniva concepito, il quale per l’occasione ha convocato, in alcuni casi pure dietro compenso, l’intera pletora di amici e parenti. Tornano anche i Mazzalupi per una grandissima occasione: l’intellettualmente poco dotata Sabrina (Anna Ferraioli Ravel), influencer inclusiva esperta di smalti per unghie, viene per celebrare il proprio matrimonio con l’ambizioso e irrisolto Cesare (Vinicio Marchioni), portandosi dietro l’ex moglie del futuro coniuge, Daniela, con il figlio, la madre Luciana (Paola iIziana Cruciani), uscita di senno per il dolore della perdita del marito Ruggero, e zia Marisa (Sabrina Ferilli), che invece ha reagito alla scomparsa di Marcello tentando di rifarsi una vita con l’improbabile ingegnere Pierluigi Nardi Masciulli (Christian De Sica), dalla dubbia integrità morale.
Qualcuno da allora sull’isola c’è anche rimasto, come l’attore Mauro (Silvio Vannucci), inseguendo l’amore e forse una vita diversa, o come i carabinieri interpretati da Lele Vannoli e Rocco Papaleo, che probabilmente non hanno avuto alternativa.
Un altro ferragosto, sulla falsariga dell’opera precedente, risulta molto divertente e arguto in alcune caratterizzazioni, tipiche della Commedia all’italiana dei bei tempi, soprattutto nella scuderia Mazzalupi, con un Vinicio Marchioni borgataro in fase di ripulitura, una rinnovata Sabrina con le fattezze di una strabiliante Anna Ferraioli Ravel, nella realtà molto distante da quel personaggio, una perfetta Emanuela Fanelli e un mastodontico Christian De Sica, nel quale rivivono ancora una volta i fasti di suo padre Vittorio e di Alberto Sordi.
Ferie d’agosto all’epoca poteva essere tacciato di qualunquismo, poiché dava un colpo al cerchio ed uno alla botte prendendosela con tutti. Ma, siccome la Storia ha poi dato purtroppo ragione alla pre-visione di Virzì e soci, potremmo attribuire ancora al regista e agli sceneggiatori doti profetiche. Magari, come ha vaticinato l’autore stesso, nelle fila dei Molino, in quel nipote Tito che, unico, ancora ascolta e accoglie le parole e l’eredità di un nonno stanco e morente, potrebbe – perché no?! – nascondersi il nuovo leader della Sinistra italiana.
Si sa, la Commedia italiana è morta da anni, quando i suoi artefici e protagonisti erano ancora in vita – come sembra affermare la candida Luciana: “È una strage!”, riferendosi ai vari personaggi persi per strada (la pellicola è dedicata anche ad Evelina Gori, Mario Scarpetta e Oumar Ba) – e l’aria che si respira è parecchio lugubre e mortifera, nascondendo dietro alle non poche risate il disagio per un Paese, se possibile, ancora peggiorato.
In questo non sempre equilibrato alternarsi di comico e drammatico, che era perfetto nelle commedie italiane degli anni d’oro, stanno i pregi e i difetti di Un altro ferragosto di Paolo Virzì, che però stavolta scava più in profondità del solito, volendo sottolineare l’importanza di Ventotene nella storia della nostra nazione e della stessa Europa, per la quale Molino senior non viene capito nemmeno tanto dai suoi, men che mai dalla compagine dei Mazzalupi, che equivoca comicamente anche solo il termine “confino”. Buon viaggio, Sandro!
Voto: 7
Paolo Dallimonti