Scheda film
Regia: Cosimo Alemà
Soggetto e Sceneggiatura: Cosimo Alemà, Romana Maggiolaro, Daniele Persica
Fotografia: Marco Bassano
Montaggio: Alessio Borgonuovo
Scenografie: Fabrizio D’Arpino
Costumi: Emanuela Naccarati
Musiche: Soap and Skin, Women in the Woods, Hammock
Italia, 2010 – Thriller – Durata: ’93
Cast: Andrew Harwood Mills, Stephanie Chapman-Baker, Neil Linpow, Monika Mirga, Michael Schermi, Lutz Michael, Valene Kane
Uscita: 22 luglio 2011
Distribuzione: Bolero Film
Alex, Rico, Chino, Thomas, Lara e Monica…
Alex, Rico, Chino, Thomas, Lara e Monica si dirigono nei boschi con dei fucili giocattolo per una partita di Soft-Air tra amici. Il gioco consiste in due squadre che si confrontano alla guerra, con fucili a pallettoni. I ragazzi, senza saperlo, scelgono come campo di battaglia un bosco, dove fino a qualche tempo fa si svolgevano operazioni militari segrete e dove c’è ancora qualcuno che “gioca” a torturare gli animali e che non sta aspettando altro che un gruppo di amici per divertirsi con degli esseri umani.
Questa è la trama del film di Cosimo Alemà, regista di videoclip prestato al cinema, che dirige un cast di giovani attori emergenti internazionali molto interessanti con una troupe però interamente italiana. Il film si presenta all’apparenza come un thriller ed essendo un prodotto made in Italy, non si può non tener conto del coraggio del regista di lanciarsi in un genere inusuale per il pubblico italiano. Ma i problemi di fondo di At the end of the day non risiedono nella tecnica. C’è un’ottima regia, molto influenzata dalla carriera di Alemà, con inquadrature e movimenti di macchina che ricordano i video musicali, c’è una coinvolgente fotografia, un buon montaggio e un’interessante colonna sonora inserita molto sapientemente.
Purtroppo non si può dire lo stesso della sceneggiatura che non riesce a raccontare una storia, ma che cerca solamente di creare delle atmosfere inquiete e di suspence. Di film con protagonisti ragazzi che si recano nel bosco e trovano l’ignoto ce ne sono tantissimi, ma ognuno di essi ha una logica, delle regole, e riescono a spiegare o , quantomeno, ad aiutare lo spettatore a capire cosa muove i protagonisti. In questo lavoro invece mancano proprio le motivazioni di base (perché compiono questi delitti?): lo spettatore se lo chiede per tutta la durata della narrazione ed esce dalla sala senza che gli si dia una qualche spiegazione, che darebbe senso al film. Buone le intenzioni, ottimo il coraggio, ma At the end of the day è l’ennesima prova che un film, per quanto ben realizzato, senza una storia valida non va da nessuna parte.
Voto: * *½
Giada Valente