Scheda film
“Oh ma te cosa fai ? No ma di preciso che fai come lavoro?” Un signore sui cinquanta parla in questi termini della nonna astigiana che spesso lo ospitava a casa e che non capiva cosa facesse quel nipote che il giorno della Laurea le aveva detto a chiare lettere: ”Piuttosto che continuare a studiare mi sarei impiccato poi però il pezzo di carta l’ho preso più per te e per i miei, che per quel che mi interessava”.
Subito, per scacciare dubbi sul suo futuro lavorativo, il giovane Giorgino, così chiamato per via della sua dimensione minuta, apre da neo-laureato uno studio che con la legge ha poco a che fare, si tratta infatti di uno studio pubblicitario e di marketing, posto nel pieno centro di Asti; un modo come un altro per esorcizzare quella periferia distante dalla quale cercava di fuggire. Gli affari però non vanno molto bene e fra una commessa lavorativa e la seguente, in effetti ben poche, Giorgio riesce comunque a strappare qualche sorriso ai genitori e alla nonna, tutti sentitamente preoccupati del suo futuro professionale, al punto di esser certo che con la sua vena umoristica possa anche viverci; l’idea che gli passa per la mente diventa semplice e chiara non subito ma quasi e quindi in un battibaleno ‘arrivederci Asti’, ché nella mite provincia piemontese non aveva decisamente voglia di restarci, e ‘Welcome Milano’, a cercare di mettere assieme pranzo e cena improvvisandosi comico e istrione assieme a gente di livello e talvolta anche di qualche anno più vecchia. Sono quelli gli anni spensierati del Derby assieme a Teocoli, Abatantuono, Porcaro, Boldi e Claudio Bisio, anni duri dove Milano diventa una fucina di talenti per il mondo dello spettacolo degli ’80, anni nei quali si può imparare il mestiere da chi il mestiere lo sa fare e anche bene; a cercare di capire che la vita si vive una volta sola con un pizzico di sana e ironica allegria. Il balzo sul piccolo schermo per Giorgio è proprio sull’inizio degli anni ’80, prima in RAI e poi in Fininvest, in un coacervo di trasmissioni che avevano ereditato assieme a lui anche buona parte dei ragazzi del Derby. In quelle trasmissioni Giorgio allietava la platea con una serie di personaggi di sua invenzione: dal poliziotto meridionale, al ragazzino che inneggiava alla sua pazzia e all’amico Piero, perennemente assente, fino allo stilista omosessuale; attraversando prima il palco del “Drive In” e in seguito quello di “Emilio”, per arrivare fino alla conduzione di “Striscia la Notizia”, passando da una scena comica all’altra, capendo che la vita va sempre presa per quel che vale, ovvero come un giro di valzer che ricordi uno di chiglia. La vita però a volte prende strane pieghe, anche quelle più inattese, a volte sotto forma di un infortunio che ti costringe a letto; così Giorgio, prima pubblicitario e poi comico si trasforma in un paroliere per cantanti famosi e per se stesso, con testi che a volte fanno ridere e altre volte riflettere; siamo nel 1994 e viene invitato a esibirsi sulle tavole del festival di San Remo, Giorgio sale sul palco e per una volta, a sorpresa, canta una canzone lenta come un requiem, una di quelle che narrano di dignità umana e di lavoro duro, ché lui ne sa qualche cosa. Il festival termina e Giorgio arriva sorprendentemente secondo, “Signor Tenente” si piazza difatti alle spalle di Aleandro Baldi, e per Giorgio, ormai con 43 anni sulle spalle, la svolta artistica potrebbe essere completata. Troppo facile, troppo facile per chiunque, ma non certo per lui, ancora una volta scopre la sua ennesima vena artistica, o almeno un piacevole anfratto del suo personalissimo estro, si mette nuovamente al computer e non scrive più solo testi di canzoni per sé o per altri, si mette a scrivere qualche cosa di più complesso e complicato, si mette a scrivere settecento pagine di getto di un thriller fiume, con un colpevole che si intravede già dopo poche pagine, ma che ti tiene incollato come il bostik fino alla sua conclusione. Un romanzo che inizialmente nessuno vuole pubblicare, un romanzo che però una volta uscito bucherà le classifiche di vendita del 2002, trasformando Giorgio, lo studente svogliato di oltre vent’anni prima, nel caso letterario di quell’estate, al punto di scomodare De Laurentiis a comprarne i diritti per farne un film. Una vita quindi che si alterna fra mille passioni: la musica, il palcoscenico TV e quello cinematografico – come dimenticare il terribile professor Martinelli di “Notte Prima degli Esami”? – ma anche il doppiaggio, la pittura, l’automobilismo e i libri, che sarebbero diventati sette fra poco e tutti curati con una dovizia certosina e una documentazione degna di uno scrittore d’antan. Adesso forse i genitori e la nonna sarebbero contenti di quel ragazzino svogliato. Chi può dirlo? Se ne sono andati tutti esattamente come Giorgio, passato dalla porta principale senza rulli di tamburi e senza clamore, salutando con un inchino profondo e lento, sorridendo alla vita che gli sfumava fra le mani con quei suoi occhi profondi.
Ah si dimenticavo … fra le professioni di Giorgio c’era anche quella di sosia, domandate a Peter Gabriel che finalmente non dovrà più dopo un concerto, firmare autografi sui CD del Giorgino. Ora la catarsi è finalmente completa: “Shock the Monkey” e ridi in pace Giorgio Faletti, ovunque ti trovi. Click!
Ciro Andreotti