IL ROSA SHOCKING NON VA PIU’ DI MODA…
La Rivincita delle bionde ci ha introdotto il personaggio di Elle Woods: Abile studentessa di legge a Harvard, sempre pronta a sorprendere col suo completino rosa shocking e l’assistente chuahua, ragazza brillante ed intelligente, una sognatrice che crede in un possibile mondo perfetto e nella giustizia.
In questo sequel, Una bionda in carriera, Elle è ormai avvocata affermata e pronta a sposare il suo uomo, fino a quando non scopre che la mammina del suo fedele chuahua è rinchiusa in un laboratorio di cosmetici che usa gli animali come tester. Elle comincia così la lotta più dura della sua carriera: cambiare la legge per evitare che animali vengano usate come cavie cosmetiche.
A meno che non siete dei cani o degli animalisti doc, non ve ne fregherà nulla della causa della protagonista. E questo è negativo assai per il film, perché lo spettatore non si appassiona alla lotta portata avanti da Elle, non c’è quella voglia o quel eccitamento che faccia dire: “oddio speriamo che ce la faccia!”. Perché tanto chi se ne frega se si testa il mascara su un cane, non ci potrebbe interessare di meno.
La storia è solo un pretesto per riportare a galla Elle Woods, per fare altri soldi, ma ci voleva davvero tanto a elaborare un soggetto un pochino più interessante di una lotta per i cani “vittime” del make-up? E se un horror che non faccia inquietudine è traumatizzante, una commedia che non strappi un misero sorrisetto lo è ancora di più.
Manca del tutto la freschezza e la vitalità del primo film, così come le battute frizzanti e cool. Di certo non basta mettere un branco di gnocche vestite bene per coprire la mancanza di idee ed intelligenza.
I cliché poi, sono incontabili, Elle Woods vincerà la causa? Certo che lo vincerà, con tanto di applausetto finale visto e rivisto in una miriade di film. E non pensate che ora il sottoscritto vi stia dando spoilers, il film è di una prevedibilità che ha dell’allucinante, e per questo, pure noioso.
E purtroppo, il sorriso brillante e gli atteggiamenti da uptown girl di Reese Witherspoon non sono più utili di tanto. Semmai ci sarà un terzo capitolo, che ci sia almeno un’idea di base…
Pierre Hombrebueno