Scheda film

Regia: Giuseppe Marco Albano
Soggetto e sceneggiatura: Giuseppe Marco Albano, Antonio Andrisani
Fotografia: Francesco Di Pierro
Montaggio: Francesco De Matteis
Musiche: Populous, Brunori Sas
Italia, 2012 – Commedia – Durata: 90’
Cast: Antonio Andrisani, Francesca Faiella, Ernesto Mahieux, Anna Ferruzzo
Uscita: 20 febbraio 2014
Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Sale: 16

 Pochi, maledetti e subito

Quando si scava nel sottobosco della produzione indipendente nostrana, qualcosa di buono e interessante, meritevole di attenzione da parte degli addetti ai lavori e soprattutto del pubblico, prima o poi salta fuori. Ma al di là delle possibilità offerte dal circuito festivaliero, certi film devono essere presi per mano e accompagnati nelle sale per dare ad essi la visibilità che meritano, o per lo meno una possibilità per farsi largo, seppur a fatica, nel machiavellico mercato tricolore. Dopo il successo tanto sperato quanto inaspettato di Spaghetti Story, Distribuzione Indipendente prova a scommettere su un’altra commedia made in Italy, anch’essa firmata da un altro giovane esordiente che benissimo aveva fatto sulla breve distanza, ossia Giuseppe Marco Albano.
A due anni di distanza dalla realizzazione, l’opera prima del regista lucano classe 1985 dal titolo Una domenica notte ha finalmente la sua chance, ma staremo a vedere se riuscirà quantomeno a eguagliare i buoni risultati ottenuti dal collega Ciro De Caro. Il potenziale per fare bene c’è e la prima parte ne è la riprova. Peccato che tale potenziale venga gradualmente meno, soprattutto nella seconda fase del racconto quando i tempi comici si squagliano come neve al sole e l’ironia surreale dai tratti grotteschi (i provini in bianco e nero, davvero irresistibili, riportano alla mente i bei tempi del Cinico TV di Ciprì e Maresco) cede il testimone ad un registro più serio. Ciò determina una perdita piuttosto evidente di brillantezza e freschezza, in un plot che mescola l’alto e il basso senza soluzione di continuità. L’intersecarsi dei toni comici con quelli più seriosi danno origine a un cortocircuito drammaturgico che non permette alla storia e ai personaggi che la animano di reggere l’intera durata del film. Le disavventure produttive del protagonista, il quarantaseienne regista Antonio Colucci (interpretato da un convincente Antonio Andrisani, che è anche il co-autore della sceneggiatura), tra sottoscrizioni popolari, aiuti politici e proposte indecenti, per riuscire a mettere in piedi il budget per riuscire portare sul grande schermo il suo nuovo film horror popolato da zombie, consegna al pubblico la faccia migliore del film, che sembra una maionese impazzita di Boris, Riprendimi e L’uomo delle stelle.
L’originalità di alcune situazioni entra in conflitto con una serie di altri elementi presenti nello script che hanno invece l’inconfondibile sapore del già visto e sentito (il regista alla disperata ricerca di fondi, le cui aspirazioni professionali finiscono con lo scontrarsi con la triste realtà, con la crisi imperante del settore, ma anche con la diffidenza dell’ambiente che lo circonda – che in questo caso è un piccolo centro in quel della Basilicata – e con il suo ruolo di padre e uomo), ma del resto essere totalmente originale oggigiorno se non è un’utopia poco ci manca. Per cui quello che Albano dispensa senza risparmiarsi tecnicamente, anche se poco e con la complicità di un cast di tutto rispetto (nel quale figura un Ernesto Mahieux in grande forma), basta e avanza per goderci i novanta minuti a disposizione. Merito di una manciata di passaggi davvero divertenti (vedi le riprese dello spot nel supermercato o quelle del cortometraggio nella scuola elementare, con il protagonista che deve vedersela da una parte con una comparsa che getta sempre l’occhio in camera e dall’altra con un giovanissimo attore che si crede una prima donna) che tengono a galla l’operazione sulla soglia della sufficienza.
Ciò che resta è comunque una pellicola che sa come intrattenere il pubblico, divertirlo ma senza il ricorso a un umorismo sciatto, facile e terra terra. 

Voto: 6

Francesco Del Grosso