Scheda film

Regia: Maurizio Casagrande
Soggetto e Sceneggiatura: Maurizio Casagrande, Andrea Dal Monte
Fotografia: Filippo Corticelli
Montaggio: Antonio Siciliano
Scenografie: Biagio Fersini
Costumi: Eva Coen
Musiche: Federico Landini
Italia, 2012 – Commedia – Durata: 107′
Cast: Maurizio Casagrande, Neri Marcorè, Sabrina Impacciatore, Margareth Maddè, Antonio Casagrande, Francesco Procopio, Roberto Calabrese
Uscita: 21 settembre 2012
Distribuzione: Medusa

 Un amore a cinque stelle

Continua senza sosta, a metà tra la moda del momento e la tappa obbligata, il passaggio da davanti a dietro la macchina da presa per moltissimi attori del panorama nostrano. Le ultime stagioni cinematografiche hanno registrato, in tal senso, una sostanziale impennata sul fronte degli esordi da parte di celebri interpreti italiani. In attesa di vedere come se la sono cavata i vari Ravello, Amendola, Gassman e Golino, con davanti agli occhi la performance altalenante di Lo Cascio in quel del Lido, tocca a Maurizio Casagrande avventurarsi sulla strada impervia della regia con Una donna x la vita, dal 21 settembre nelle sale nostrane con Medusa in 185 copie. Numeri importanti per una pellicola che a conti fatti merita però una gravissima insufficienza in pagella, demerito di una pochezza di idee dal punto di vista della scrittura che va di pari passo con lo stile scolastico della messa in quadro, alla ricerca disperata del colpo ad effetto degno di nota.
Protagonista della vicenda è Maurizio (Casagrande), concierge di un importante hotel napoletano che, dopo un brutto incidente d’auto, ha deciso di chiudere definitivamente il rapporto con la sua ragazza Marina (Sabrina Impacciatore), la quale, però, non ne vuole sapere di lasciarlo in pace. Tra i due fuochi capita Paolo (Neri Marcorè), migliore amico di Maurizio, nonché medico dei due ex, che dovrà tentare di sanarne le ferite fisiche e quelle psicologiche. Tornato al lavoro dopo l’accaduto, Maurizio incontra l’avvenente Nadine (Madé), una giovane chiropratica che riesce, in breve tempo, a sistemare i problemi causati dall’incidente. E non è solo il corpo di Maurizio ad ottenere benefici dal trattamento, ma anche il suo spirito.
La ricetta portata sul grande schermo dal neo-regista partenopeo, che come spesso accade in operazioni di questo tipo finisce anche lui per ritagliarsi il ruolo di protagonista nel film che ha deciso di dirigere, dovendo di fatto sdoppiarsi in un duplice ruolo sul set, non va oltre la classica commedia sentimentale basata sull’immancabile triangolo amoroso tra lui, lei e l’altra, con le rivali femminili completamente agli antipodi: da una parte la femme fatale e dall’altra la maniaco-ossessiva. Il tutto riversato in uno scheletro narrativo che si appoggia con le unghie e con i denti a citazioni più o meno dichiarate, a qualche piccolo tentativo di rimescolare le carte in tavola nel racconto (vedi l’epilogo che ovviamente non possiamo svelare), ma soprattutto a un assemblaggio dichiarato di gag in stile slapstick. Il problema grosso, a quanto pare insormontabile per il Casagrande regista e attore, è che se lo scopo era prettamente legato all’intrattenimento, mettendo da parte qualsiasi tipo di pretesa autoriale, allora il fallimento si può considerare totale, visto che si ride con il contagocce al cospetto di una sequenza di sketch degni del cabaret di quarta categoria. Non basta, infatti, affidarsi a colleghi come Salemme, Covatta, Mattioli o Izzo, sperando che le cose funzionino solo grazie alla loro presenza qua e là, quando è la materia comica trasferita nelle battute e nel situazioni a nascondersi come un latitante tra le strade e i paesaggi di una Napoli così tremendamente cartoliniera come quella restituita dalla macchina da presa di Casagrande.
Se poi il resto del cast principale ci mette del suo per chiudere in bruttezza la pratica, con la Impacciatore che fa quel che può alle prese con una cofana di capelli alla Winehouse e un gesso che la rende una mina vagante (vedi la riuscita scena del domino con le panche della chiesa al fianco di un Covatta in versione frate), una Madé da dimenticare quando cerca di fare il suo mestiere, ossia recitare, e un Marcorè ampiamente al di sotto delle sue capacità (Il cuore altrove in primis), a questo punto la barca è destinata ad affondare e con essa chi ha deciso di finanziare la pellicola, compreso il MIBAC che con scarsa lungimiranza continua a elargire fondi a progetti non all’altezza come Una donna x la vita, preferendoli ad altri senza alcun dubbio più meritevoli.

Voto: ****

Francesco Del Grosso