Scheda film
Regia: Rocco Papaleo
Soggetto e Sceneggiatura: Valter Lupo e Rocco Papaleo
Fotografia: Fabio Zamarion
Montaggio: Christian Lombardi
Scenografie: Sonia Peng e Elio Maiello
Costumi: Claudio Cordaro
Musiche: Rita Marcotulli
Suono: Francesco Liotard
Italia, 2013 – Commedia – Durata: 103′
Cast: Riccardo Scamarcio, Barbara Bobulova, Rocco Papaleo, Sarah Felberbaum, Claudia Potenza, Giuliana Lojodice
Uscita: 17 ottobre 2013
Distribuzione: Warner Bros
Refugium peccatorum
Può un film cambiare la vita a colui che lo ha realizzato? La risposta è si se ti chiami Rocco Papaleo e la tua prima regia risponde al titolo di Basilicata Coast to Coast, campione d’incassi nella stagione 2009-2010 con ben cinque mesi di programmazione e svariati riconoscimenti raccolti in Italia (3 David di Donatello, 2 Nastri D’Argento, un Globo d’Oro e un Ciak d’Oro). L’attore lucano non era di certo un perfetto sconosciuto, al contrario, ma il felice esordio dietro la macchina da presa gli ha consegnato quella fetta di notorietà che lo ha consacrato definitivamente sul grande quanto sul piccolo schermo, tanto da catapultarlo per volontà della dirigenza Rai persino sul palco dell’Ariston in veste di spalla al Festival di Sanremo. A quattro anni di distanza, Papaleo torna nuovamente alla regia per la felicità delle casse della Paco Cinematografica, ma soprattutto per quelle della Warner Bros. Pictures che sulla pellicola ha deciso di puntare forte con la bellezza di quattrocento copie.
Nelle sale a partire dal 17 ottobre, Una piccola impresa meridionale è la storia di un ex prete, don Costantino, che viene confinato dalla madre, mamma Stella, in un vecchio faro dimesso, lontano da occhi indiscreti, per evitare che in Paese sappiano che si è spretato. Ma non è tutto. La donna, infatti, ha già un altro scandalo da affrontare: sua figlia Rosa Maria ha lasciato il marito, Arturo, ed è scappata con un misterioso amante. Il vecchio faro in disuso, che appartiene alla famiglia di Costantino e che dovrebbe garantirgli un isolamento, invece, come un magnete, attira gente, trasformandosi via via in un refugium peccatorum dove si radunano il cognato cornuto, una ex prostituta, la sorella traditrice e l’amante, la madre e per ultima una stravagante ditta di ristrutturazioni chiamata per riparare il tetto del faro. Sono proprio questa variegata fauna umana e l’isolato luogo a picco sul mare designato ad ospitarla, i due poli che, una volta congiunti, fungono da baricentro per una commedia vecchio stile piacevole e divertente.
Come avvenuto per Basilicata Coast to Coast, Papaleo sceglie un racconto corale (convincente il cast, in cui spicca la performance di una Giuliana Lojodice stranamente ignorata dal cinema nei panni di Mamma Stella, con più di una riserva sulla Bobulova nel ruolo di Magnolia), ritagliandosi ancora una volta la parte di protagonista, ossia quella Costantino, uomo di fede che alla pari del personaggio interpretato da Verdone in Io, loro e Lara, torna a casa per poi trovarsi a ristabilire l’equilibrio venuto meno nelle turbolente e movimentate mura domestiche. Quel vecchio faro dimesso, che un tempo indicava l’avvicinarsi della terra ferma ai navigatori, diventa ora focolare da ristrutturare per consentire ai suoi abitanti di ristrutturare anche se stessi. Una metafora che consente al regista e attore di mettere insieme i pezzi di una storia che fa sorridere e riflettere. Quelli da rimettere insieme sono, infatti, i pezzi difettosi dei caratteri di ciascuno dei personaggi coinvolti. Di conseguenza, limando spigolosità e accostando differenze, ognuno di loro compie un percorso di emancipazione, scavalcando la soglia del pregiudizio e delle proprie personali paure.
Lo script focalizza l’attenzione su questa ricostruzione intima dell’anima, per poi toccare temi più universali come il pregiudizio stesso, l’incomunicabilità generazionale, i legami familiari e l’incapacità di rapportarsi con l’altro. Papaleo, con l’aiuto del sodale Walter Lupo, li affronta con il sorriso sulle labbra, con una leggerezza che in Italia sta diventando sempre più merce rara. Il tutto passa nuovamente per l’ironia e la musica, materie prime alle quali l’attore e regista lucano non riesce proprio a fare a meno (vedi le sue esperienze nel teatro-canzone). Forse un limite, forse una cifra stilistica oppure la volontà di non volere rischiare puntando su qualcosa di diverso? Questo solo il tempo e una terza prova dietro la macchina da presa potrà dirlo. Nel frattempo ci accontentiamo di quello che il buon Rocco sa e riesce ad offrire alla platea di turno, ossia una commedia in grado di regalare quasi due ore di sano divertimento (vedi le scene della confessione multipla di Rosa Maria e Valbona con Costantino, oppure quella in cui la stessa Rosa Maria rivela l’identità dell’amante a sua madre), mai annacquato da banalità e da un umorismo facile o volgare, alla quale non mancano però sbavature, passaggi a vuoto e soprattutto una capacità di sintesi (15 minuti in meno avrebbero giovato). Ne viene fuori una narrazione e un racconto meno viscerale e spontaneo rispetto a quello che animava la pellicola precedente, frutto di una costruzione a tavolino più che evidente, ma che sa comunque come dosare e mettere in scena le sfumature della commedia (tranne la parentesi surreale del funerale), alternando in modalità random i toni e i registri a disposizione.
Voto: 7
Francesco Del Grosso
Clip: Don Costantino arriva al faro
Clip: Magnolia, la top escort in pensione
Pillole dal set
Clip Voi mi volete morta
Clip Società a responsabilità limitatissima
UNA PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE – la colonna sonora
Trailer Ufficiale in HD