In un istituto per disabili arriva Rene’, cinquantenne arrabbiato col mondo intero per la sua nuova condizione. I rapporti con le infermiere e gli altri disabili sono terribili, almeno finché non sottopone ad una infermiera una richiesta: poter avere rapporti sessuali con una prostituta.
Uneasy Riders, bel titolo italiano contrapposto ad un più scialbo titolo originale (Nationale 7, il nome della strada in cui Rene’ va in cerca della prostituta), e’ un film sulla sofferenza, sui diritti, sull’uguaglianza. E, nonostante questo, riesce anche ad essere soprattutto una commedia, a non scadere mai nel patetico e nel retorico.
Le riprese sono fatte con camera a mano, e l’inizio ricorda molto “Idioti” di Lars von Trier, con il pulmino dei disabili che viaggia per le strade della campagna francese. E probabilmente non a caso Sinapi si e’ scelto come operatore un collaboratore di Von Trier. Le atmosfere di “Idioti” emergono più volte durante la pellicola, al servizio però di una storia molto più simile a quella di “Balla la mia canzone”, forse il capolavoro di Rolf de Heer, il film definitivo sull’handicap.
Tutto funziona perfettamente, dagli attori (alcuni sono sicuramente disabili, ma anche gli altri sono incredibilmente realistici), alla sceneggiatura. E il finale metafilmico, che porta a nostra conoscenza come il film sia tratto da una storia vera, e’ perfetto nel concludere una vicenda che, per certi versi, avrebbe potuto portare ad un finale forse fin troppo consolatorio.
Un film come pochi altri, pieno di coraggio e di amore per i personaggi.
Voto: 9.

Graziano Montanini