Scheda film
Titolo originale: L’homme de la cave
Regia: Philippe Le Guay
Sceneggiatura: Philippe Le Guay, Gilles Taurand e Marc Weitzmann
Fotografia: Guillaume Deffontaines
Montaggio: Monica Coleman
Scenografie: Emmanuel De Chauvigny
Costumi: Elizabeth Tavernier
Musiche: Bruno Coulais
Suono: Laurent Poirier, Vincent Guillon e Olivier Goinard
Francia, 2021 – Drammatico/Thriller – Durata: 114‘
Cast: François Cluzet, Jérémie Renier, Bérénice Bejo, Jonathan Zaccaï, Victoria Eber, Denise Chalem, Patrick Descamps
Uscita in sala: 31 agosto 2022
Distribuzione: BIM
L’ebreo erroneo
A Parigi, Simon (Jérémie Renier), di origini ebraiche, ed Hélène Bérénice Bejo) decidono di vendere una cantina nello stabile dove abitano. Un uomo dal passato torbido, Jacques Fonzic (François Cluzet), un attivista di estrema destra, l’acquista e ci va a vivere senza dire niente a nessuno. Piano piano la sua presenza sconvolgerà la vita della coppia…
Che cosa succede se nel terzo millennio un ebreo si mette dentro casa, a propria insaputa, un uomo che, tra le altre cose, è anche un negazionista dell’Olocausto? E cosa succede se quest’uomo inizia a mettere in discussione tutto ciò che l’altro dava per scontato o, in qualche modo, per guadagnato o “meritato”?
Il dramma messo in scena da Pjilippe Le Guay, che si era più spesso cimentato con la commedia, pur dimostrando nella sua carriera un discreto eclettismo, mescola le atmosfere hitchcockiane a quelle polanskiane, facendo pensare anche al connazionale Ozon. La mente va a L’inquilino del terzo piano, a Notorious – L’amante perduta, ma anche appunto a Nella casa o ancora a La verità negata di Mick Jackson. Tra avvocati, denunce e illazioni il thriller di Le Guay monta lentamente, a volte anche troppo, facendo appunto calare via via una sinistra “ombra sulla verità”.
Il film pecca sicuramente in lunghezza, con reiterate e significative carrellate lungo i sotterranei dell’abitazione della famiglia di Simon, quasi a voler simboleggiare la bassezza dell’antagonista Fronzic, che lì per necessità come un ratto dimora, ma anche i possibili segreti che appunto la famiglia potrebbe nascondere.
Un interessante e coraggioso spunto di riflessione, dove alla fine non ci sono né buoni né cattivi e né vinti né vincitori, che però purtroppo non riesce a volare in alto quanto dovrebbe anche per il solito doppiaggio piatto italiano, che ci impedisce di ascoltare in originale l’ottimo François Cluzet, qui in un raro ruolo da villain, mentre entra ed esce di scena dosando la sua presenza, e Jérémie Renier, che esplode man mano in tutta la sua viva rabbia.
Curiosità: il titolo originale L’homme de la cave gioca argutamente con “l’uomo della grotta/delle caverne”, a suggerire sia il “mito della caverna” di Platone, sia il contrasto tra l'”ignorante” Fonzic, benché professore di liceo, e il ceto sociale superiore cui appartiene Simon Sandberg.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti