Recensione n.1

*1/2 spoiler alert: level 2

Sicuramente c’è un errore nella traduzione del titolo; credo che originariamente suonasse come “Valentine – Appuntamento con una noia mortale”.
Il film comincia con lo scontato prologhetto, ambientato in una scuola (“Carrie” insegna…) tredici anni prima della solita storiella dell’assassino mascherato, e subito lancio un’occhiata al mio compagno di visione “Vento nei capelli” e gli dico: “Ok, possiamo andarcene”. Da questo avrete già capito tutto, come d’altronde hanno capito tutto i numerosissimi spettatori (6 o 7…) che affollavano il cinema inutilmente speranzosi di trovare emozioni e brividini. Che poi questi brividini alcuni di noi li ricercassero nella scollatura della prosperosa Denise Richards (“Starship Troopers”, “Sex Crimes”) e delle sue compagne, è tutto un altro discorso.

Realizzare un film di questo tipo, significa omaggiare (ma forse “scopiazzare” è più azzeccato come termine) un certo cinema degli anni ’70 con il killer mascherato (“Halloween” di Carpenter, “Venerdì 13” di Cunningham, ecc. ecc.) che per un’ora e mezza insegue e ammazza uno per uno i protagonisti. Ma per omaggiare, o scopiazzare, ci vuole anche una certa capacità; capacità che Jamie-“Urban Legend”-Blanks non ha per niente. E’ strano anche perché, a parte lo stupido finale, “Urban Legend” non era proprio da buttare, anzi. Eppure qui non c’è un minimo d’invenzione, neanche il più piccolo guizzo registico: tutto è già visto e stravisto innumerevoli volte e non bastano i rumori improvvisi e la musica stridente a realizzare un thriller o un horror. “Scream” sì che era un sincero omaggio ad un certo tipo di film, pur con tutta la sua ironia. Questo, invece, è solo il fondo del barile di un genere alla disperata ricerca di un’iniezione di vitalità.

DA TENERE: Dimenticandoci le doti recitative, il cast femminile accontenta almeno gli occhi. Certo, da una come Denise Richards ci si poteva aspettare qualcosa di più e qualche indumento di meno…

DA BUTTARE: La sceneggiatura: quella sì che è da brivido!

NOTA DI MERITO PER LE FEMMINISTE: L’universo maschile qui ci fa davvero una magra figura, rappresentato da ometti uno più idiota dell’altro…

NOTA DI MERITO PER I MASCHILISTI: …anche se, in fondo, le donne poi sono sempre le prime a schiattare facendo ballonzolare in cinemascope le proprie grazie!

NOTA DI DEMERITO: Ma che è quello? Un finale? Di certo non vi dico com’è, ma vi posso garantire che è la classica ciliegina sulla torta. Anzi: la classica mosca… vabbè…

APPUNTAMENTO COL GIUDIZIO: Piccoli Carpenter crescono; peccato che subito si ammalino irreversibilmente di nanismo.

SITO: http://valentinemovie.warnerbros.com/

Ben, aspirante Supergiovane

Recensione n.2

Forse il primo fu “Halloween” di Carpenter, in ogni caso e’ da piu’ di vent’anni che con ciclica puntualita’, grazie anche al rispolvero del genere con la trilogia di “Scream”, un misterioso assassino mascherato minaccia giovani fanciulle urlanti e inerti bambocci. Ecco quindi l’ultimo della serie, nascosto questa volta dietro a un’efficace maschera da cherubino. Niente di nuovo, ovviamente, ma solo il riciclo di una formula sempre uguale che prevede delitti elaborati (ma non troppo!) e un campionario di umanita’ sotto il livello della media. Il tutto in un ambiente che piu’ glamour non si puo’, con look sempre perfetti nella loro apparente casualita’, vernissage che sembrano videogiochi, ville miliardarie e monolocali mai davvero credibili. Il taglio applicato dal regista e’ incerto e vira da “Melrose Place” all’horror, mancando entrambi gli obiettivi. Il primo omicidio crea una certa tensione, ma i lunghi intervalli dialogati minano qualsiasi successiva inquietudine. In un certo senso il film potrebbe essere un interessante specchio delle nuove generazioni, con tutti i protagonisti ossessionati dal mito della bellezza, anche se pesca a piene mani in triti luoghi comuni. E’ comunque curioso, e poco incoraggiante, come i personaggi possano essere facilmente etichettati in base al canone estetico: le ragazze belle sono, o di rara antipatia, o incredibilmente piatte, mentre quelle brutte, colpo di scena, non compensano con la simpatia la mancanza di perfezione fisica, ma covano odio e rabbia. I ragazzi belli, invece, sono generalmente dei pirla, mentre quelli brutti non esistono, e se esistevano hanno dovuto farsi la plastica.
Il pregio di “Valentine” e’ di non prendersi mai troppo sul serio, ma questo aspetto, interessante per il taglio da commedia, annulla la tensione e la concretezza dei cadaveri che si susseguono. La sceneggiatura, poi, e’ davvero piena di buchi, abbandona un paio di personaggi senza che nessuno batta ciglio e non rende plausibile, e nemmeno si preoccupa di farlo, lo scioglimento finale. Un’ultima cosa: e’ possibile che l’assassino si annunci sempre con un piccolo rumore che insospettisce le malcapitate vittime? E’ forse l’unico modo per creare tensione il solito susseguirsi di “Ehi! C’e’ qualcuno?” seguito da porte che si aprono nel buio? Nonostante tutto, comunque, se si ha lo spirito giusto si riesce a stare al gioco. Pena l’assenza di retrogusto: solo un vago sentore di plastica!

Luca Baroncini de “Gli Spietati”