Di Vidoq si potrebbero dire tantissime cose: che racconta una storia decisamente intrigante e mai prevedibile. Che ha come protagonista uno degli attori piu’ grandi tra quelli ancora in vita. Che e’ girato con una cura del dettaglio, del colore, della messa in scena, degli accostamenti foto-cromatici, delle scenografie (a tratti sembra di essere in uno schizzo di Esher) talmente minuziosa da rasentare la maniacalita’. E sarebbe tutto vero.
L’uso del digitale e’ tanto palese quanto godibilissimo, soprattutto perche’ accompagna una storia che si lascia vivere dal primo all’ultimo dialogo, in questo superando Amelie (tra l’altro se non sbaglio dietro ad entrambi ci dovrebbe essere la Duboi) che presentava una sceneggiatura decisamente meno solida.
Auspico che il cinema francese prosegua in questa direzione, abbandonando il vuoto chiacchiericcio di troppi suoi film.
Fede (da IAC)