Scheda film

Regia: Teo Takahashi
Soggetto, Sceneggiatura e Fotografia: Teo Takahashi
Montaggio: Teo Takahashi e Andrea Scarcella
Musiche originali: De Roma Nostra
Musiche non originali: Assalti frontali; Fracicus
Suono: Alba Fernando
Italia, 2012 – Drammatco – Durata: 70′
Cast: Arianna Di Cori, Patrick Ramhalho, Franco Piroscia, Mitia Di Leonardo
Uscita: 15 Febbraio 2013
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Sale: 4

 Ciò che mi nutre, mi distrugge

Un’operazione audace quella intrapresa dal giovane Teo Takahashi con il suo Vietato Morire, film che sembra un documentario ma non lo è. Quella che il regista ci racconta è una Roma non sempre buona dove si muovono anime quasi perse ma dotate di una rara bellezza. Il film è ambientato tra Termini e Villa Maraini, comunità di recupero per la tossicodipendenza, e racconta diverse storie che si incrociano nel segno del recupero. Non tutte. Diciamo che tutti ci provano ad uscirne ma non tutti riescono a vincere la battaglia. Quella Roma lì è troppo seduttiva, è mamma anch’essa, accogliente anche se in senso distruttivo. La sua luce non è da cartolina e perdercisi dentro sembra la soluzione migliore per alcuni personaggi del film, come per Patrick, ad esempio: da Termini a Villa Maraini il passaggio fila apparentemente liscio, ma in realtà non è così semplice. La voce che ha dentro gli chiede di tornare nel posto dal quale è venuto. Non basta il legame con Arianna, conosciuta a Villa Maraini e decisamente in fase di recupero. Non basta l’appoggio degli operatori sociali, molti dei quali con un passato da tossicodipendenti quindi sinceramente coinvolti nella causa. Non basta neanche la voglia di vivere, perché la vita stessa passa attraverso il dolore e la distruzione, oscuri nemici dell’animo ma potenti quanto se non di più di sentimenti più nobili quali amore e passione. Fa male dirlo ad alta voce ma questa è la natura umana e da secoli ci si interroga proprio su questo. Istinto di vita, istinto di morte, dialettica degli opposti, etc. Ciò che mi nutre, mi distrugge, scriveva Friedrich Nietzsche, che forse meglio di chiunque altro ha saputo riassumere questa inquietante attitudine umana.
Il film di Teo Takahashi è un’opera genuina ed appassionata, da lui scritta diretta e fotografata, che va difesa. Racconta in modo amorevole ma decisamente lucido la vita di Villa Maraini, l’impegno degli operatori, che lavorano tra mille difficoltà ma con una dedizione totale, ed il tentativo dei tossicodipendenti che gli gravitano intorno di essere persone migliori. Non sempre è facile superare se stessi e la parte più scura di sé, perché, è proprio lì che ci si sente più al sicuro.
RARO perché… è una docu-fiction anomala ed assai dura. 

Voto: * * * *

Laura Sinceri