Scheda film

Regia: Pierre-Yves Borgeaud
Soggetto: Emmanuel Gétaz
Sceneggiatura: Pierre-Yves Borgeaud e Emmanuel Gétaz
Fotografia: Camille Cottagnoud
Montaggio: Daniel Gibel
Suono: Carlo Thoss e Vincent Piponnier
Francia/Svizzera, 2013 – Documentario – Durata: 95′
Uscita: 11 luglio 2013
Distribuzione: Nomad Film Distribution

Sale: 6

 Girotondo intorno al mondo

Nel suo celeberrimo spettacolo teatrale “Canti di scena”, Vincenzo Cerami ironizzava sul noto adagio “Canta che ti passa”, spiegando come esso fosse riferibile alla fame, più che, come nell’opinione di molti, alla tristezza ed alla malinconia. Ed è anche per questo che le popolazioni più povere al mondo si esprimono molto frequentemente con la musica ad altissimi livelli. Un esempio ne sono il brasiliano Gilberto Gil ed i popoli dei tre continenti extra-europei con cui è venuto in contatto attraverso le sue tournée mondiali, così come racconta Viramundo, appunto “Giramondo”, di Pierre-Yves Borgeaud.
Nato a Salvador di Bahia nel 1942, Gilberto Gil, musicista (“tropicalista”) e politico (ex ministro della cultura sotto il governo Lula) brasiliano, esiliato fuori dal proprio paese all’epoca della dittatura militare, incontra lungo le tappe dei suoi tour le principali popolazioni che hanno subito dominazioni straniere (ossia europee) nei proprio territori: gli Aborigeni in Australia, i neri nel Sudafrica post-apartheid ed i propri connazionali nella foresta pluviale dell’Amazzonia.
La musica come ambasciatrice di pace e di uguaglianza tra gli uomini, questo sembra essere il messaggio veicolato dall’ormai settantenne Gil, che, anche nella sua esperienza politica, ha cercato e predicato sempre – da nero qual è – un maggiore equilibrio tra bianchi e neri, soprattutto attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. E prova a confrontare e verificare questa sua interessante idea con i tre popoli con cui entra in contatto attraverso il suoi lunghi viaggi.
La musica, fedele compagna, irrinunciabile sottofondo ed allo stesso tempo colonna portante di Viramundo, è un elemento fondamentale, dal quale il regista Pierre-Yves Borgeaud mai vuole né può prescindere. Con momenti davvero toccanti e coinvolgenti – tra tutti l’incredibile cerimonia condotta dagli Aborigeni – il film lungo i tre continenti dell’emisfero sud segue l’uomo, il musicista, il politico, in poche parole il grande Gilberto Gil, facendoci partecipi dei suoi pensieri e delle sue convinzioni, ma anche, nonostante i settantanni suonati, delle sue speranze, dei suoi progetti e dei suoi sogni.
Un’esperienza unica, con una cifra perfettamente in armonia tra cinema puro e documentario, una buona spanna sopra la media delle sempre più numerose produzioni internazionali.
RARO perché… è un documentario musicale. 

Voto: 7 e ½

Paolo Dallimonti