Scheda film
Regia: Marco Londero, Giulio Venier
Soggetto: dal racconto “Vicini di casa” di Renzo Brollo
Sceneggiatura: Renzo Brollo, Giorgio Monte
Musiche: Nicola Avon
Suono: Matteo Trevisan
Italia, 2012 – Commedia – Durata: 83′
Cast: Giorgio Monte, Manuel Buttus, Gabriele Benedetti, Matteo Bellotto, Mario Nicoloso, Sergio Sluizar, Simone Di Ottavio
Uscita: 6 luglio 2012
Distribuzione: Uponadream
Sale: 1
La sindrome furlana
Mauri (Giorgio Monte) è un curioso soggetto: affetto da una sindrome (psichiatrica) tutta sua, ma non meglio specificata, sulla quale si tengono addirittura convegni agli antipodi, ci introduce alla vicenda predicando l’amore come risoluzione di tutti i mali. Lasciato qualche giorno da solo dall’amico e medico curante Pieri (Manuel Buttus), che poi scopriremo essere il compagno, partito per un convegno ad Auckland, se la prenderà col misterioso nuovo vicino di casa, pur restando confinato tra le mura domestiche, convinto che questi sia un terrorista, fantasticando a dismisura nella sua fertile mente, fino a ricevere una beffarda sorpresa…
Dopo i primi horror di Lorenzo Bianchini, ecco un altro film interamente in friulano, diretto stavolta da Marco Londero e Giulio Venier. Sostenuto per gran parte da un bravo protagonista e girato in maniera assolutamente ineccepibile da un punto di vista tecnico, il film ha un grosso problema dal punto di vista della scrittura. Gli ampi movimenti di macchina, i colori caldi in interni restituiti dalla curatissima fotografia, tesi a sottolineare la sicurezza dell’ambiente domestico, gli effetti visivi in animazione e quelli digitali associati all’utilizzo del blue-screen, insieme al sonoro creativo usato in stile fumettistico non bastano a raccontare una storia che… non c’è!
L’esilissima vicenda, che meglio si sarebbe prestata ad un cortometraggio, piuttosto che ad un’opera di ampio respiro, viene pure infarcita di trovatine dementi più che demenziali e di battute scialbe che solo raramente riescono a strappare un sorriso per poi ribaltarsi in un fiacco colpo di scena, poco più del finale di una barzelletta.
Visins di cjase rimane così nient’altro che un dignitoso esercizio di stile, pur salvato in corner da alcuni indiscutibili elementi di pregio: il musicale ed originale dialetto friulano, la naturale simpatia dei due protagonisti – con un netto vantaggio di Giorgio Monte – e, più da un punto di vista qualitativo che quantitativo, la tematica omosessuale appena accennata, quasi sussurrata e innestata sottopelle.
RARO perché… un film in dialetto?!
Note: il film è uscito solo al Visionario di Udine.
Voto: * * *
Paolo Dallimonti