Grady Trip, professore universitario e scrittore in crisi creativa, non riesce a terminare il suo secondo romanzo. Assediato dal suo editor, si trova imbrigliato nelle faccende personali di un suo allievo, peraltro promettente e brillante writing. A complicare il tutto l’attesa inaspettata di un figlio da parte del rettore dell’università in cui insegna, sua amante…
Abbandonati finalmente i panni del sexyman, Michael Douglas si cala perfettamente in quelli del cinquantenne, poco piu’ poco meno, professore universitario in crisi di identità, riuscendoci molto bene, fumando in continuazione spinelli, vestendosi in maniera trasandata. E sarà l’approfondimento del rapporto con un suo studente, ed incondizionato ammiratore, ad aiutarlo a far luce in se stesso e a prendere, finalmente, coscienza di ciò che effettivamente sta cercando e vuole.
Pur essendo un film americano e nonostante l’happy-end, non sembra tale. C’è una critica al mondo universitario, rappresentato con humour ed ironia; il racconto della omosessualità, del tradimento, e della droga senza perbenismo e soprattutto senza false morali, ma con leggerezza, senza appesantire.
La storia, che sembra quasi un rimando agli anni settanta, sottolineato anche dalla colonna sonora, che fra l’altro contiene l’ultimo brano composto da Bob Dylan, è narrata con ritmo, anche se a volte sembra perdersi in ripetitività, però senza esagerare e non annoiando.
Bravi i protagonisti, il già citato Michael Douglas; il convincente Tobey Maguire e Frances Mc Dormand, il rettore.

Mara Taloni (Spietati)