Scheda film
Regia: Jalil Lespert
Soggetto: dal libro di Laurence Benaïm
Sceneggiatura: Jacques Fieschi, Marie-Pierre Huster, Jalil Lespert, con la collaborazione di Jérémie Guez
Fotografia: Thomas Hardmeier
Montaggio: François Gédigier
Scenografie: Aline Bonetto
Costumi: Myriam Laraki
Musiche: Jeff Genie (supervisione)
Suono: Miguel Rejas
Francia, 2014 – Biografico/Drammatico – Durata: 106′
Cast: Pierre Niney, Guillaume Gallienne, Charlotte Le Bon, Laura Smet, Marie de Villepin, Nikolai Kinski, Ruben Alves
Uscita: 27 marzo 2014
Distribuzione: Lucky Red
Dietro le quinte
Dall’icona all’uomo: è questa la linea guida sulla quale Jalil Lespert ha costruito Yves Saint Laurent, bio-pic dedicato al leggendario stilista francese, autentico rivoluzionario dell’haute-couture e del pret-a-porter su scala mondiale. Un viaggio che scava nell’intimità di un uomo timido e fragile, preda delle insicurezze e degli sbalzi umorali, silenzioso custode di un talento creativo di rara purezza: Yves Saint Laurent racconta la repentina ascesa al successo di un disegnatore appena ventiquattrenne cui venne affidata la direzione artistica della più grande casa di moda francesec- Dior – e delle mille traversie che lo portano dapprima a creare la propria maison e poi a conquistare il mercato globale, affermandosi definitivamente come una delle firme più prestigiose del panorama internazionale.
Patinato e inevitabilmente pervaso dall’approccio “glamorous” al racconto, Yves Saint Laurent è però un prodotto onesto, sufficientemente impermeabile alla potenzialità “gossippara” della storia: Laspert, pur senza mai nascondere la fascinazione per l’estro e la genialità dello stilista franco-algerino, non mistifica il personaggio, non lo trasforma in una caricatura di se stesso ma anzi cerca di esaltarne le sfaccettature e le incongruenze, tratteggiandone un ritratto sensibile. Il film tuttavia fatica a trovare una propria dimensione: il regista prescinde dagli schemi del biopic tout-court ma allo stesso tempo non sembra riuscire a trovare una lettura davvero originale della storia. A dispetto di quanto ci si sarebbe potuto aspettare anche la contestualizzazione della narrazione nell’“universo della moda” finisce per essere portata sullo schermo in maniera atipica, ritagliandovi uno spazio piuttosto marginale negli equilibri della pellicola: così l’evoluzione del contesto professionale in cui si mosse Saint Laurent finisce per essere suggerita sbrigativamente, rendendo più sfumata e meno incisiva la cronaca dell’impatto dell’industria YSL sulle dinamiche del settore.
D’altronde Lespert più che ai successi professionali dello stilista (che nel film ha il volto di Pierre Niney) è interessato all’umanità del suo protagonista e ben presto il film punta i riflettori sull’inquieta ma imperitura storia d’amore che legò lo stilista a Pierre Bergé (interpretato da Guillaume Gallienne), l’imprenditore cofondatore dell’azienda che per tutta la vita gli rimase accanto, assecondandone le spigolosità caratteriali, accudendolo nei momenti di difficoltà e celebrandone orgogliosamente i trionfi: il film è stato realizzato con il consenso e la partecipazione dello stesso Bergé, che ha aperto i suoi archivi personali e quelli della maison per consentire al regista di avere una visione d’insieme della “famiglia YSL”.
A quattro anni da Yves Saint Laurent – L’Amour Fou di Pierre Thoretton, il cinema continua a voler raccontare i mille volti dell’uomo che aprì gli armadi femminili ai classici capi basici del guardaroba maschile, che seppe tradurre nel linguaggio immediato e mutevole della moda i grandi classici della storia dell’arte. A breve peraltro dovrebbe arrivare sul grande schermo un altro biopic (Saint Laurent) incentrato su una specifica fase della carriera dello couturier, quella dal 1965 al 1976: il film – che pare non abbia potuto contare sulla stessa disponibilità dimostrata da Bergé nei confronti della produzione di Lespert – avrà la regia di Bertrand Bonello e nel cast sono annoverati Gaspard Ulliel, Jérémie Renier, Léa Seydoux, Louis Garrel e Jasmine Trinca.
Voto: 6
Priscilla Caporro